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Isola di Sant'Antioco

L'Isola di Sant'Antioco (in sardo Isula 'e Sàntu Antiògu,) è situata all'estremo sud ovest della Sardegna e ad essa legata da un ponte e un istmo artificiale.
Territorio
Sant'Antioco è per estensione la quarta isola del territorio nazionale italiano (km² 108,9), subito dopo l'Elba, (Sant'Antioco ha pressoché la metà della superficie di Elba), e prima di Pantelleria (km² 83); al sesto posto troviamo l'isola "sorella" di Sant'Antioco, l'isola di San Pietro.
L'isola è di origine vulcanica, si tratta di vulcanesimo estremamente antico ed ormai inattivo da centinaia di migliaia di anni. La costa dell'isola è prevalentemente rocciosa.
Nella parte occidentale (verso il mare aperto), la costa è caratterizzata da pareti verticali o molto scoscese a falesia, con intervallate grotte ed alcune insenature, con poche ma grandi spiagge.
La costa orientale. che si affaccia sulla prospiciente Sardegna ha invece costa bassa e sabbiosa che nel, punto di istmo che la collega alla Sardegna stessa, viene progressivamente ad assumere un aspetto lagunare. Il golfo meridionale, a Sud dell'istmo, racchiude grandissime spiagge sabbiose, delimitate da tomboli e dune.
L'isola è territorialmente suddivisa in due comuni, la parte meridionale è amministrata dal comune di Sant'Antioco, la parte settentrionale dal comune di Calasetta.
L'interno dell'isola è collinoso con altitudini limitate, è priva di corsi d'acqua di rilievo. Al largo, verso sud, esistono alcuni isolotti rocciosi disabitati e di difficile accesso, il più grande dei quali è l'Isola del Toro.
La vegetazione principale è la tipica macchia mediterranea bassa a Cisto, Lentisco, Corbezzolo, Ginepro sul lato occidentale (Ovest), più alta nel lato orientale (Est). È presente sull'isola una delle due specie (l'altra è la Phoenix theophrasti di Creta) di palme originali europee, la palma di San Pietro o palma nana.
L'isola è punteggiata nelle zone riparate da piccoli orti e vigne a conduzione familiare, soprattutto nella parte più protetta (orientale); i fruttiferi più estesamente coltivati sono la vite (Vitis vinifera) con diverse varietà, il fico ed il fico d'india.
Sono presenti puntualmente alcuni rari endemismi botanici.
Clima
Il clima è definito come mediterraneo caldo.
Gli inverni sono freschi, umidi e a volte ventosi, il vento dominante è il Maestrale, in secondo ordine un vento importante è lo Scirocco. L'estate è calda ed arida, le temperature massime sono comunque fortemente moderate dal clima marino, ventilato e fresco. Mentre in inverno la vegetazione erbacea ricopre tutta l'isola, è ricca, rigogliosa e fiorita, in estate è pressoché inesistente,ed è limitata ad una onnipresente macchia mediterranea a sempreverdi che nelle parti più riparate assume portamento arboreo, soprattutto a Leccio e Ginepro. La piovosità estiva è trascurabile.
Storia
Abitata in epoca preistorica da popolazioni native dell'età nuragica. Nella parte nordorientale fu fondato dai fenici, attorno al IX secolo a.C., un insediamento urbano denominato Sulki. In seguito fu conquistata dai cartaginesi attorno al VI secolo a.C., e poi sottomessa all'impero romano dopo le guerre puniche col nome di Sulcis, che diede anche il nome attuale alla regione circostante.
Dopo la caduta dell'impero romano fu annessa all'impero romano d'oriente e godette di relativa autonomia sotto il Giudicato di Cagliari. Subì invasioni barbariche, dominio pisano ed aragonese sino al trattato di Utrecht (1713) quando fu annessa con tutta la Sardegna al Regno di Sardegna dei Savoia.
Per lungo tempo fu costantemente base di pirati, soprattutto nelle cale disabitate, il presidio si interruppe con la soppressione del fenomeno in tutto il Mediterraneo, attorno al 1830.
La parte settentrionale dell'isola, appartenente al comune di Calasetta è abitata da una popolazione di origine, cultura, e lingua strettamente liguri; tale popolazione è anche detta "tabarchina". L'insediamento di tale popolazione ligure ma proveniente dalla Tunisia avvenne nel 1770; il termine "tabarchino" deriva dalla colonia ligure, proveniente da Pegli, presso Genova, insediatasi attorno al 1540 in Tunisia avendo in concessione l'isolotto di Tabarca e poi trasferitasi nel nord dell'isola di Sant'Antioco e nella contigua isola di San Pietro, dove fu fondato il paese di Carloforte.
Caratteristiche di interesse
Dotata di grandi spiagge relativamente poco affollate anche nei periodi di altissima stagione, presenta fondali di interesse per le attività subacquee, è adatta a pesca d'altura nei periodi primavera - autunno.
Nel periodo 15 maggio - 15 giugno, al passaggio dei tonni lungo le coste esterne delle isole di Sant'Antioco e di San Pietro, viene effettuata la "calata della tonnara" ossia la tradizionale impresa collettiva di pesca del tonno rosso (Bluefin) "Thunnus thynnus". Gli stagni e le lagune racchiuse tra l'isola e la Sardegna rappresentano una zona umida di estremo interesse faunistico: fenicottero rosa, cormorani, garzette, gabbiani ed altre specie di uccelli acquatici.
Sulle alte falesie della costa esterna occidentale (verso il mare aperto) nidifica il "falco della Regina" che in autunno migra in Madagascar, in Africa.
È interessante l'enogastronomia locale, con piatti, di terra e di mare, caratteristici; nella parte meridionale strettamente sardi, nella parte settentrionale strettamente liguri.
Di rilievo è la produzione di vini di qualità, ottenuti da vitigni di origine particolare, come il "Carignano", di origine probabilmente fenicia.


Il nome di "Sant'Antioco" deriva dal fatto che, nel primo secolo dopo Cristo, la religione cristiana fu portata da questo Santo, proveniente dal Medio Oriente.

Esiste oggi, restaurata, una delle prime chiese cristiane del Mediterraneo, assunta al ruolo di "Basilica Minore", con le catacombe di Sant'Antioco. È uno dei pochi luoghi al mondo dove viene effettuata la filatura e tessitura del bisso, fibra ricavata dal mollusco denominato "pinna nobilis" presente nelle lagune locali a fondo sabbioso.

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